La Mercedes-Benz ha deciso di aggiungersi all'ormai lungo elenco di costruttori intenzionati a contestare la decisione della Commissione Europea di imporre i dazi sulle elettriche costruite in Cina: infatti, secondo quanto riferito da un portavoce a diversi organi di stampa, la Casa della Stella ha aderito alla causa promossa presso la Corte di giustizia dell'Ue dalla Geely e da altre società automobilistiche.
L'elenco. Il procedimento giudiziario vede ora la partecipazione, oltre che di Mercedes-Benz e Geely, anche di BMW, BYD, Saic e Tesla. Tutte sono sottoposte, dallo scorso autunno, al pagamento di tariffe doganali supplementari rispetto al 10% in vigore da decenni. La Mercedes-Benz non importa dalla Cina veicoli elettrici, ma ha comunque un forte interesse nella commercializzazione delle Smart assemblate in un impianto cinese da una joint venture paritetica con la Geely: sulle Bev del marchio nato nel 1996 grava un'aliquota doganale del 18,8%, ossia del 28,8% considerando anche la tariffa normale. Si tratta di un dazio analogo a quello pagato dal conglomerato di Hangzhou, tra l'altro grande azionista della stessa Mercedes-Benz. La BMW, invece, è sottoposta a una tariffa supplementare del 20,7%, la BYD del 17%, la Saic del 35,3% e la Tesla del 7,8%. La Corte di Giustizia dell'Unione Europea, che ha sede in Lussemburgo, è composta da due corti: la Corte di giustizia stessa e il Tribunale. E sarà proprio quest'ultimo, in quanto responsabile di eventuali contenziosi doganali, a giudicare in merito alla causa promossa dalle Case automobilistiche contro Bruxelles.