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Mercedes Classe A, cambiare (forma) è un'arte

Se uscirà di scena, ci mancherà, la Mercedes Classe A. Auto prima rivoluzionaria e poi rivoluzionata, comunque sempre apprezzata nelle sue quattro generazioni in commercio dal 1997 a oggi. Una storia densa di significati, la sua: simbolo di un lusso accessibile, poi declinato in forma più sportiva con la metamorfosi della terza serie, la entry-level di Stoccarda ha portato nuovi adepti al marchio, accrescendone successo e diffusione verso il basso. Una missione compiuta alla grande, che probabilmente si concluderà prossimamente alla luce del cambio di strategia della Mercedes, intenzionata a imporsi sempre più come un marchio di lusso e, quindi, in procinto di razionalizzare la propria gamma di modelli compatti. Dunque, non ci sarà una nuova Mercedes Classe A? La Casa tedesca non ha ancora dato conferme in merito, anche se tutti gli indizi portano a un addio o, quantomeno, fanno presagire a una staffetta con un'erede (spirituale) dai connotati ben diversi. L'ennesima “rivoluzione”, insomma.

Ieri. Quella della prima generazione è stata clamorosa. Nel 1997, in piena fase espansiva dell'offerta di prodotto del marchio, che grazie ai nuovi modelli apriva le porte dei propri concessionari anche a una clientela meno elitaria, è arrivata la Classe A originale. Disegnata da Bruno Sacco esplorando un genere inedito per il brand, ma di successo in quel tempo, era una monovolume di 3,57 metri per 1,72: una Mercedes mignon, nonché la prima a trazione anteriore, ma spaziosa e pratica. Il fallimento del “test dell'alce” ha spinto la Casa, dopo un richiamo, a elevarne le dotazioni di sicurezza installando l'Esp: un lusso per un'auto piccola, che in occasione del primo restyling (2001) è stata realizzata anche in una variante a passo lungo (denominata, appunto, Lunga). Prodotta fino al 2005, nel suo ciclo di vita la serie W168 ha conquistato oltre 1,1 milioni di clienti. Nel frattempo, si compiva il passaggio di consegne con la seconda generazione (W169), ancora fedele alla formula Mpv, ma più lunga (3,88 metri), più abitabile, stilisticamente più appariscente e spigolosa e, nell'abitacolo, più “ricca”. È stata prodotta anche nella variante a tre porte (denominata Coupé), abbandonata nel 2010. Intanto, nelle “segrete” di Stoccarda si lavorava a un cambiamento radicale, preannunciato nel 2011 dalla concept A-Class e concretatosi nel 2012 con il debutto della terza generazione. La Classe A è così diventata una hatchback dai tratti sportivi, interprete di un linguaggio stilistico – firmato Gorden Wagener – estremamente dinamico e di forte impatto. Totalmente stravolta nelle proporzioni, l'auto era lunga 4,29 metri, larga 1,78 e alta 1,43 (ben 17 centimetri meno del modello del 1997), manteneva uno schema tecnico a trazione anteriore e restava la Mercedes più accessibile a listino. La gamma spaziava da motori dai 109 cavalli della A 180 CDI (equipaggiata anche con un 1.5 litri di origine Renault) ai 360 della A 45 AMG. In sostanza, la Mercedes ha creato una rivale delle varie BMW Serie 1 e Audi A3, portando il derby tedesco anche nel segmento C.

Oggi. La sfida è rilanciata dalla generazione corrente, la quarta, in carriera dal 2018, caratterizzata da un look più sofisticato, che ammicca alla CLS, diversi centimetri aggiuntivi (è lunga 4,42 metri), interni iperdigitalizzati e tecnologie per la guida assistita. Questa serie, inoltre, ha sdoppiato l'offerta affiancando alla hatchback la variante con la coda, la Classe A berlina. La gamma di motorizzazioni si è modernizzata abbracciando l'elettrificazione: a fianco delle classiche proposte a gasolio e a benzina, anche sportive (la AMG propone due opzioni: A35, da 306 cavalli, e A 45S, da 421) c'è l'ibrido plug-in, con un powertrain che affianca un'unità elettrica al quattro cilindri da 1.3 litri di origine Renault. Sia la Classe A hatchback sia la quattro porte sono entrate nella terza decade del nuovo millennio senza aver ancora ricevuto il classico restyling di metà ciclo vita. Questione di tempo, a quanto pare, visto che la Casa ha recentemente confermato che entrambi i modelli verranno aggiornati entro l'anno. Stessa sorte per le altre compatte di Stoccarda, a partire dal 2023.

Domani. Per il resto, sul futuro delle Mercedes entry-level aleggia ancora un alone di mistero. Recenti indiscrezioni di stampa confermerebbero la fine della dinastia di Classe A e B, come da tempo si mormora, ma il costruttore tedesco ha puntualizzato che “pur avendo già deciso di ridurre il proprio portfolio di compatte” (da sette a quattro), i modelli specifici “verranno annunciati a tempo debito”. Tale precisazione lascia intendere che una porta di ingresso al mondo Mercedes attraverso il segmento C continuerà a esistere. Ma anche che questa, in qualche modo, è destinata a restringersi. Lo spazio in questione viene definito dalla Casa “Entry Luxury”, e includerà modelli che, benché di segmento inferiore, saranno auto di lusso a tutti gli effetti, con interni altamente digitalizzati. Scarse, per ora, le anticipazioni in merito: lo scorso maggio, durante una presentazione della strategia di mercato aggiornata, la Mercedes ha mostrato la silhouette di una macchina assimilabile a una CLA coupé, definendola un “assaggio” di quel che il marchio intende per “lusso entry-level”; un'indicazione che, comunque, non esclude la presenza di altre forme di carrozzeria, a partire da quelle a ruote alte. Da un punto di vista tecnico, invece, la trasformazione girerà intorno alla piattaforma Mma, attesa per il 2024-2025: un'architettura progettata in funzione dell'elettrico, per quanto aperta anche ad altre soluzioni, che sfrutterà un sistema operativo proprietario.




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